la nostra storia

 LA NOSTRA STORIA

Il gruppo di lavoro nel 2019

Da quando nel 2003 ha avuto l’incarico di delegato del Rettore per l’educazione continua in medicina, il prof Sarli, professore associato di Chirurgia dell’Università di Parma, ha avviato un’intensa collaborazione con il “Settore formazione” dell’Azienda Ospedaliero-Univeristaria di Parma. La collaborazione si è intensificata quando nel 2007 il prof. Sarli è stato nominato dalla Facoltà di Medicina Presidente del corso di laurea in Infermieristica e nel 2010 ha avuto dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria la direzione del Programma ”Integrazione Azienda-Università dei percorso di formazione e di ricerca con ricadute assistenziali. Nel frattempo, la direzione  del “Settore Formazione” era stato affidato alla dott.ssa Artioli, infermiera, con importanti trascorsi nell’attività di formazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e la Regione Emilia Romagna.

Artioli e Sarli hanno subito condiviso la convinzione che la formazione in sanità deve essere interdisciplinare ed interprofessionale, che una formazione di alto livello non può prescindere dall’acquisizione di competenze nel campo della ricerca e che la i percorsi di formazione postlaurea debbano essere co-costruiti da docenti e discenti in quanto devono tener conto dei bisogni formativi del discente, ma anche delle competenze già acquisite dallo stesso.  Questa condivisione di principi didattici si è associata alla constatazione che i  tanti laureati dei corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie che avessero voluto perfezionare la loro formazione avevano poche possibilità di farlo, in quanto l’unica laurea magistrale a loro disposizione, quella in Scienze infermieristiche ed Ostetriche, è organizzata per fornire competenze organizzativo-dirigenziali, è a numero chiuso e prevede un numero limitatissimo di posti.

Da qui è nata l’idea di organizzare dei  Master professionalizzanti di primo livello per i professionisti delle professioni sanitarie che rispondessero alla necessità, manifestata da Aziende e Stakeholders in generale, di poter contare su professionisti con competenze più avanzate. Dal  dialogo con le istituzioni aziendali è emersa la necessità di avere dei “Case Manager” esperti, con le competenze necessarie per ricoprire quel ruolo. Così nel 2012 Artioli e Sarli  hanno proposto al dipartimento di Scienze Chirurgiche di istituire un Master in “Case/care management infermieristico in Ospedale e sul territorio”.  La definizione di” Case Manager” è stata modificata in “Case/care Manager” per mettere in risalto che le competenze professionali necessarie a ricoprire questo ruolo non sono soltanto quelle cliniche, ma è importante che quella figura professionale abbia anche competenze nell’ambito delle Humanities in medicina indispensabili per una buona relazione con l’assistito.

Credits Leopoldo Sarli

Il Master e stato istituito ed attivato grazie all’iscrizione di 28 allievi.

Ovviamente la programmazione didattica ha tenuto conto dei principi dell’interdisciplinarietà, della co-costruzione e dell’esperienza nella ricerca cari ai promotori. La formula dell’impegno in presenza due giorni alla settimana a settimane alterne è stato ben accolto dai professionisti iscritti al master, consentendo loro di non sottrarre troppo tempo ai loro impegni di lavoro  ed è diventata la formula che sarebbe stata poi utilizzata per tutte le edizioni future di questo master e di tutti gli altri che sono stati attivati negli anni successivi.  I tutor didattici che si sono succeduti nell’assistenza alla classe, hanno contribuito al successo dell’esperienza ed il master è stato riproposto negli anni successivi con una modifica nella denominazione che favorisse l’interprofessionalità consentendo l’iscrizione delle ostetriche

 (Case/care Case/care management infermieristico ed ostetrico  in Ospedale e sul territorio) e poi dal 2016 a tutte le figure dell’ambito delle professioni sanitarie ( Case/care management in Ospedale e sul territorio per le professioni sanitarie). Gli iscritti negli anni successivi, provenienti da ogni parte d’Italia,  sono sempre stati numerosi: 32 nel 2013, 27 nel 2014, 36 nel 2015, 32 nel 2016, 33 nel 2017, 46 nel 2018 e 20 nel 2019.  Durante il master gli allievi, in gruppi di 5-6,  sono stati invitati a preparare dei project works, assistiti da tutor di ricerca, generalmente dottori di ricerca, e la prova finale è sempre consistita nella presentazione di un elaborato con i risultati del lavoro di ricerca.  I professionisti, solitamente  perplessi all’inizio del percorso, si sono appassionati sempre di più al loro lavoro di ricerca ed i risultati positivi della loro esperienza sono documentati dai premi ricevuti dai poster presentati ai convegn nazionali dell’AICM (Associazione Italiana Case Manager).

Nel 2012 era stata approvata in parlamento la legge che prevedeva gli “Ospedali senza dolore” e le Università erano state invitate ad organizzare percorsi formativi per professionisti della sanità finalizzati a fornire loro competenze sulle cure palliative e la terapia del dolore. Artioli e Sarli hanno così proposto al loro Dipartimento l’istituzione del master di primo livello in “Cure palliative e terapie del dolore per professioni sanitarie” ed anche questo master è stato attivato con l’iscrizione di 14 allievi.

L’anno successivo non è stato raggiunto il numero minimo di iscritti necessario per l’attivazione, ma dal 2014 l’interesse per questo master è stato costante e crescente, anche per la collaborazione intercorsa tra alcuni Hospices (Fondazione Hospice Madonna dell’Uliveto in particolare) ed  il team che in quegli anno si andava costituendo attorno all’organizzazione didattica e scientifica dei master. Gli iscritti sono stati 10 nel 2014, 21 nel 2015, 22 nel 2016, 23. Nel 2017, 21 nel 2018 e 20 nel 2019.  Anche i project works degli allievi di questo master coadiuvati dal loro tutor didattico e dai loro tutor di ricerca sono stati spesso di ottima qualità e sono stati presentati in occasione di convegni scientifici. I risultati delle edizioni di questo master sono stati riferiti durante gli incontri della Conferenza permanente dei Direttori dei Master in Cure Palliative e in Terapia del dolore che si riunisce periodicamente a Roma per concordare, in accordo con il Ministero dell’Università e con il Ministero della sanità  delle linee guida nazionali  che garantiscano un elevato livello qualitativo ai percorsi didattici.

Graffiti su autobus a Rio De Janeiro – Credits by Leopoldo Sarli

Nel 2014, in occasione di riunioni organizzate dalla Regione Emilia Romagna su temi riguardanti la didattica postlaurea in sanità ed in occasione di un incontro con i vertici dell’ ANIPIO, la società scientifica che raccoglie gli infermieri esperti nella gestione del rischio infettivo correlato all’assistenza, è emersa la necessità di organizzare il Master di primo livello in “Formatori di Tutor Clinici” che è stato attivato con 7 iscritti ed il Master di primo livello in “Management del rischio infettivo correlato all’assistenza sanitaria che è stato attivato con 31 iscritti.

Reparto di Medicina Ospedale di Yangoon in Mynamar – Credits by Leopoldo Sarli

Nello stesso anno, su richiesta del Collegio IPASVI di Parma, poi divenuto Ordine delle  professioni infermieristiche, è stato istituito ed attivato anche il Master in “Infermieristica in area critica” con 33 iscritti. Il successo di questo master, garantito dall’impegno dei tutor didattici che si sono succeduti nel tempo, dei tutor di ricerca, ma anche dalle collaborazioni con il 118, con il Centro BIOS dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, centro di formazione per gli operatori dell’emergenza-Urgenza, è documentato dal numero crescente di iscritti negli anni successivi: 42 nel 2015, 48 nel 2016, 45 nel 2017, 59 nel 2018 e 63 nel 2019.

Credits by Leopoldo Sarli

Il comitato esecutivo di questo master, presieduto dal prof. Sarli, anche grazie all’impegno dimostrato dai tutor didattici, ha sempre garantito l’iscrizione a tutti gli allievi che hanno presentato domanda di iscrizione chiedendo agli uffici competenti di allargare il numero massimo di iscritti previsto in fase di istituzione, e garantendo lo svolgimento di molte attività didattiche in due classi separate. Come per gli altri Master di cui si è parlato in precedenza, i risultati dei lavori di ricerca degli allievi coadiuvati dai loro tutor di ricerca sono stai oggetto di presentazioni ai congressi dell’ANIARTI, l’associazione nazionale degli infermieri di area critica, di premiazioni e di pubblicazione su riviste scientifiche.

Il Team che ha consentito lo svolgimento di questi percorsi didattici si è progressivamente allargato ed ha potuto contare sull’apporto interdisciplinare di professionisti infermieri, medici, pedagogisti, psicologi, sociologi, antropologi, laureati in legge, in scienze politiche, in lingua e letteratura. Per consentire  lo svolgimento delle attività di ricerca a gruppi di allievi spesso residenti in posti i dello stivale lontani tra di loro e per coadiuvare il lavoro dei tutor è stato messo a punto dal dott. Monaco, sociologo della comunicazione, una piattaforma informatica che ha consentito e consente ancora oggi la comunicazione degli allievi e dei tutor tra di loro, la raccolta e lo scambio di documenti e la creazione di comunità di pratica.

Credits by Leopoldo Sarli

Nel 201x il prof. Sarli ha proposto agli editori della rivista scientifica   Acta Biomedica di pubblicare dei numeri speciali dedicati all’attività scientifica dei professionisti delle professioni sanitarie ed è così nata la rivista Acta Biomedica for heath professions, di cui Sarli è Deputy Editor, che a cadenza trimestrale ha pubblicato i migliori prodotti dell’attività di ricerca dei master, numerosi contributi del team di professionisti che si dedica al funzionamento dei Master e più recentemente numerosi contributi provenienti da autori italiani e stranieri. Il numero di pubblicazioni è aumentato progressivamente anche grazie al fattivo supporto di due componenti del team, la dott.ssa Chiara Foà e la dott.ssa Chiara  Cosentino che si dedicano alla comunicazione con i reviewer ed alla composizione dei numeri della rivista. Ad Acta Biomedica  è stato attribuito dal database Scopus un Impact Factor di 0,77 ed è molto probabile che presto anche Journal of Citation Reports (JCR) attribuisca ufficialmente un Impact factor alla rivista e che questo, anche grazie all’apporto del nostro team salga ulteriormente

Credits by Leopoldo Sarli

L’esperienza maturata in questi primi anni di attività, la distribuzione dei compiti, l’incremento progressivo del numero di persone aggregate al team hanno consentito di rispondere ad altre richieste della comunità professionale e degli stakeholders  allargando l’offerta formativa.

Su richiesta esplicita della Direzione dell’Azienda Sanitaria di Piacenza è stato proposto ed attivato nel 2015 il master di primo livello in “Management infermieristico della cronicità”, attivato con l’iscrizione di 13 professionisti. Questo Master, a differenza di tutti gli altri che hanno avuto come sede didattica ambienti dell’Università di Parma, si è svolto a Piacenza nelle aule del Collegio Morigi, recentemente restaurato. L’anno successivo la denominazione del master ha dato spazio all’interprofessionalità ed è diventata “Management interprofessionale della cronicità in Ospedale e sul territorio”. Gli iscritti sono stati 7, nel 2017 sono stati 9,  nel 2018 sono stati 20. L’esperienza non è stata riproposta nel 2019, su richiesta dell’Azienda di Piacenza che ha orientato le sue scelte formative in altre direzioni, sempre in accordo con il nostro team.

Credits by Leopoldo Sarli

Nel 2016 a seguito di incontri con amministratori della Regione Emilia Romagna è emersa la necessità di organizzare percorsi formativi interdisciplinari  per i professionisti che operano nelle “case della salute” recentemente istituite in Regione e si è aggiunto all’offerta formativa il Master  di primo livello in “Esperto in assistenza integrata di comunità e di famiglia.

Credits by Leopoldo Sarli

Il master è stato attivato con 18 iscritti. Per rendere più appetibile il Master da parte di professionisti con laurea magistrale, nel corso dell’anno successivo, abbiamo proposto il Master come Master di II livello, ma la proposta non ha avuto successo. Abbiamo quindi deciso di ridurre il piano formativo, trasformando il master in un corso di alta formazione in “medicina di comunità e di famiglia e, approfittando delle numerose collaborazioni che il team aveva già avviato con Università mediche ed infermieristiche del Myanmar e della Tanzania, abbiamo aperto l’accesso a professionisti stranieri di quei paesi, anche allo scopo di formare i formatori che nei rispettivi paesi potessero dar vita a percorsi analoghi anche in collaborazione con l’Università di Parma. Il Corso di alta formazione è stato attivato all’inizio del 2020 con l’iscrizione di 10 allievi di cui 5 provenienti dal Myanmar ed 1 proveniente dalla Tanzania.

Credits by Leopoldo Sarli

Nonostante le misure restrittive imposte dalla pandemi da Covid-19 il Corso è stato portato a termine e l’elaborato finale degli allievi stranieri  è consistito nella presentazione di un progetto di Corso di formazione di 1 anno, paragonabile ai nostri master da svolgere in Myanmar sui temi della salute di comunità e di famiglia con risorse didattiche da reperire in parte in loco (i formatori formati durante il corso) ed in parte in Italia mediante formazione a distanza.

Nel 2017, nel solco delle iniziative che l’Ateneo di Parma ha avviato per rinnovare le metodologie didattiche, in collaborazione con pedagogisti esperti di pedagogia sperimentale, è stato attivato il master di I livello in “Esperto in metodologie formative innovative in ambito socio-sanitario” con 11 iscritti. Il corso ha avuto un ottimo gradimento e per l’anno successivo è stato proposto come corso di II livello in collaborazione con la Fondazione Collegio Europeo di Parma. La nuova denominazione del Master di secondo livello è stata ed è tuttora: “Strategie formative in ambito sociale e sanitario standard europei ed innovazione”, e per soddisfare le aspettative dei 10 iscritti sono stati coinvolti  docenti di livello internazionale anche con collegamenti a distanza. Nel 2019 gli iscritti sono stati ancora 10.

Per dare rilievo all’alto livello qualitativo dei Master negli ultimi 2 anni le cerimonie di apertura e di chiusura dei Master sono state svolte nella splendida biblioteca monumentale del monastero di S. Giovanni, con la partecipazione del Rettore e di altri rappresentanti della dirigenza Universitaria